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IL TIRO DI SIMULAZIONE VENATORIA. il tiro istintivo si pratica simulando situazioni di caccia utilizzando sagome di animali. Questa disciplina di tiro conserva, mantiene e trasmette quei valori ancestrali insiti in noi e nei nostri antenati.L'utilizzo dell'arco è strettamente legato allo scopo per cui è stato creato:la caccia.Vuol dire vivere questa passione a contatto con la natura,imparando a conoscerla, rispettarla ,riscoprendo le leggi che la sovraintendono. Tiri in movimento, al volo,a tempo, morfologia del terreno, gradienti della luce creano delle difficoltà che caratterizzano la disciplina in modo unico:non c'è mai un tiro uguale all'altro(nemmeno nella stessa piazzola). Le distanze sono sconosciute e cambiano ad ogni tiro. Caratteristica saliente è l'istinto: la capacità di colpire un bersaglio guidando la freccia con il proprio essere. Capacità mai sopita in noi, deve solo essere riscoperta. L'arciere istintivo unisce la massima concentrazione ad una veloce esecuzione.

F.I.A.R.C. - Federazione Italiana tiro di campagna


Articolo scritto da Fabrizio Fodera 

                          LA STORIA DELLA F.I.AR.C.

                                    PARTE PRIMA
Ufficialmente la federazione nasce a Milano il 23 settembre 1983.
Il notaio Silvia D'alonzo stipulò l'atto costitutivo della Fiarc alla presenza di Cesare Ambrogetti e Zeno  Fedeli.
Per capire a fondo lo spirito sul quale si fondò, e si fonda, la federazione, non si può prescindere dalla figura fondamentale di Giusy pesenti. Indiscutibilmente fautore e padre fondatore della moderna arcieria in Italia, al cui profilo si rimanda per capire la partenogenesi del tiro con l'arco.
Nel 1961 nasce la federazione italiana di tiro con l'arco (FITARCO), riconosciuta dal C.O.N.I. Aveva come basi il regolamento F.I.T.A. Quindi la precisone assoluta, la ripetizione costante e  meccanica  di un gesto e il suo miglioramento ragionando sul  precedente , il tiro alla targa prevalentemente mirato e a distanze note, competizioni, ferrea disciplina, divise e medaglie.
 Al suo interno erano confluite le varie anime, che negli anni precedenti, avevano dato vita al tiro con l'arco, in Lombardia ed in Veneto, all'insaputa gli uni degli altri. Sotto la sua egida si organizzano gare hunter & field (il roving del Belvedere di Nese ne rappresentò la prima versione) ed in alcune era prevista la premiazione speciale di una categoria denominata "cacciatori", riservata agli amanti del tiro di simulazione venatoria. Lentamente, nei decenni, sorsero i contrasti e le divergenze causati dal differente approccio ed interpretazione del tiro. Un tiro più versatile, spontaneo e divertente, che utilizzava archi in legno più corti e potenti, con tecniche di tiro più rapide permetteva un aumento della versatilità. Si potevano colpire oggetti anche a distanze sconosciute, in movimento, al volo e tirare in rapida successione. Era il semplice ritorno a quando l'arco era solo strumento di caccia.Tutto questo era in antitesi con quello che rappresentava ormai la filosofia Fitarco. In quegli anni, in alcuni campi pratica,  non sempre era possibile allenarsi e laddove era consentito lo si poteva fare solo sui paglioni posti a 40-50m. La giustificazione era che con archi così potenti si rovinavano i paglioni posti a distanze inferiori. Malsopportato era anche l'atteggiamento "poco agonistico" e conviviale che permetteva di tirare anche se alle nostre spalle un'amico raccontava aneddoti o barzellette.
Gli appassionati del tiro istintivo, il compound non aveva ancora invaso il mercato, premevano per dar vita a delle gare su misura. Due erano le visioni attuative. Quella di Marco Fedeli, che credeva ancora nella via diplomatica e politica da portare in seno alla Fitarco, per cambiare le regole dall'interno; e quella del fratello Zeno che voleva creare una realtà nuova e contrapposta alla Fitarco. La quale aveva ormai inboccato la strada che portò agli attuali standard. Aveva già vietato i blue jeans nelle competizioni.
Questa regola fu vista come ennesima provocazione e contribuì ad accrescere i malumori  fino alla sera in cui, in una osteria  di Milano, prese definitivamente forma la F.I.AR.C. (Federazione Italiana Arcieri Cacciatori). Presenti Zeno Fedeli, Marco Biaggi, Cesare Ambrogetti, Alberto Rastelli, Gabriele Frione. Dall'idea iniziale di creare una compagnia,  alla fondazione di una nuova federazione il passo  fu breve. Una federazione che oggi nel tiro trazionale è la più numerosa e organizzata di tutta europa.
Primo presidente fu Cesare Ambrogetti fino al 1988, a lui subentrò, fino al 2006, Marco Fedeli.
Nel primo anno furono stesi lo statuto e i regolamenti. Fu codificato il tiro istintivo basandosi sulla filosofia di Fred Bear descritta nella sua "Bibbia dell'arco"; i regolamenti nacquero in contrapposizione allo spirito Fitarco e la prima gara ad essere istituita fu il percorso, direttamente ispirato al Roving del Belvedere di Nese.
Con la prima compagnia di Milano (arcieri  della selva a cui si aggiunse la compagnia arcieri delle groane) e le prime della bergamasca (arcieri del Martinengo, branco arcieri cacciatori del lupo, arcieri istintivi dell'anello) ben presto si aggiunsero sempre più compagnie di "fuoriusciti", non solo in lombardia,  sino  ad arrivare in Emilia-Romagna con gli arcieri della Rupe di Sasso Marconi.
Nei primi anni vengono ammessi  in Fiarc anche i compound, anch'essi esclusi dalla fitarco, che aderirono allo spirito fondativo; le gare passano da essere semplici ritrovi tra amici a vere competizioni  su tuttto il terrritorio nazionale.
Iniziarono le trattative con l'I.F.A.A (International Field Archery  Association) nella quale esisteva già la categoria Bowhunter grazie all'allora presidente Dorothy Southgate. Nel 1987 l'affiliazione ufficiale e l'inizio della partecipazione a livello internazionale degli arcieri FIARC.
Nel 1988 a Confolens il campionato europeo IFAA bowhunter. All'epoca ogni nazione organizzatrice attuava i propi regolamenti che inevitabilmente cambiavano ad ogni evento. Nello stesso anno viene eletto Marco Fedeli alla presidenza, tenuta sino al 2006, che tracciò  la direttrice che ha portato alla Fiarc di  oggi.
Nel 1989 viene organizzato a Bormio il primo campionato mondiale Bowhunter, un grande evento organizzativo coronato da un grande successo che affermò definitivamente la specialità Bowhunter a livello mondiale. L'impronta della FIARC a Bormio diede uno slancio notevole alla fondazione di nuove compagnie e altre federazioni in Europa.
Negli anni successivi si riorganizzarono i campionati italiani; prese vita la prima rivista ufficiale (Arco); emersero i primi problemi di identidà legati alla crescita esponenziale del compound, i cui esponenti volevano introdurre lo stile mirato  e una maggiore competizione, portando scompiglio tra le file di chi era cresciuto a suon di frecce scoccate d'istinto nel segno della dinamicità e del  divertimento; cambiò il  nome della federazione; furono avviati contatti con la Society of Archery-Antiquaries che diede forte impulso alla ricerca; dall'america giunsero dapprima dei bersagli 2d e successivamente le sagome 3d che soppiantarono definitivamente le sagome di carta. Questi fermenti, cambiamenti e confronti portarono a quella che è la realtà di  oggi. Una federazione che accoglie stili, archi ed interpretazioni diverse di un unico protagonista: l'arco.









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